"Dulce et decorum est pro patria mori"
Marta Sordi
Il motivo della "bella morte ", come la poesia e la retorica definiscono nel mondo greco e romano la morte in combattimento, ha dato origine in questi ultimi anni a numerosi studi, in cui si è coto, di volta in volta, l'ideologia individualistica dell'età eroica e l'ideologia comunitaria della polis: nelle ricompense che la "città" dà a coloro che muoiono per lei (la sepoltura pubblica, l'epitafio, i monumenti, gli onori e i privilegi destinati ai discendenti) sono stati individuati gli aspetti più interessanti di quella che una moda discutibile ha preso l'abitudine di chiamare l'"ideologia funeraria". Ma al di là dell'interesse politico che induce la "città" a rendere appetibile la morte e che induce a comportamenti profondamente diversi nel mondo greco e nel mondo romano e, ai margini del mondo classico, nel mondo celtico e nel mondo punico, la morte in combattimento assume, già nell'età classica, una valenza spirituale: e se restano vaghe, nel mondo greco dell'età classica, l'eroizzazione dei caduti e la loro beata sopravvivenza in lontane isole felici, limitate per lo più ai grandi personaggi del mito, la
sanctitas che deriva dall'offerta della vita e assicura l'immortalità dei buoni appare già ben chiara con Cicerone nell'ultima repubblica romana. Questa valenza spirituale, che già il mondo antico riconosce alla morte in combattimento, spiega l'utilizzazione della metafora agonistica, di un agon che è insieme gara e battaglia, per il martirio giudaico e cristiano per la Legge e per la Fede.
Nei venti contributi discussi nel corso di questo Seminario e raccolti in questo volume si è cercato di delineare atteggiamenti e comportamenti di fronte alla morte in battaglia nella loro evoluzione dall'età arcaica al tardo antico, e nei diversi ambiti geografici del mondo antico, dalla Grecia america, classica ed ellenistica alla Roma arcaica, repubblicana e imperiale, dai suicidi rituali dei Celti e e dei Cartaginesi al martirio giudaico e cristiano.
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sanctitas che deriva dall'offerta della vita e assicura l'immortalità dei buoni appare già ben chiara con Cicerone nell'ultima repubblica romana. Questa valenza spirituale, che già il mondo antico riconosce alla morte in combattimento, spiega l'utilizzazione della metafora agonistica, di un agon che è insieme gara e battaglia, per il martirio giudaico e cristiano per la Legge e per la Fede.
Nei venti contributi discussi nel corso di questo Seminario e raccolti in questo volume si è cercato di delineare atteggiamenti e comportamenti di fronte alla morte in battaglia nella loro evoluzione dall'età arcaica al tardo antico, e nei diversi ambiti geografici del mondo antico, dalla Grecia america, classica ed ellenistica alla Roma arcaica, repubblicana e imperiale, dai suicidi rituali dei Celti e e dei Cartaginesi al martirio giudaico e cristiano.
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Jahr:
1990
Verlag:
Vita e Pensiero
Sprache:
italian
Seiten:
293
ISBN 10:
8834303474
ISBN 13:
9788834303474
Serien:
Scienze storiche 45
Datei:
PDF, 7.96 MB
IPFS:
,
italian, 1990